lunedì 28 aprile 2014

Cosa comporta per le RSA il D.Lgs. n° 19 del 19 febbraio 2014?

Il decreto legislativo 19 del 19 febbraio 2014 rende operativo l’accordo tra HOSPEEM e FSESP, in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario ed in particolare aggiorna il D.Lgs 81/2008 introducendo il Titolo X bis - Protezione dalle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario.

La ferita da punta e taglio è pericolosa perché se lo strumento è stato contaminato da materiale infetto può generare un rischio biologico per l’operatore ferito.
Non tutte le figure professionali che operano in una RSA sono esposte a questo rischio:
  • medici e infermieri che svolgono regolarmente attività sugli ospiti (iniezioni, prelievi, medicazioni, ecc.) sono i più esposti e certamente devono essere valutati;
  • ASA e OSS non utilizzano dispositivi medici taglienti o siringhe e quindi il rischio per questa figura potrebbe non essere valutato, anche se può succedere che si feriscano in caso di dimenticanza/smarrimento di dispositivi medici utilizzati da infermieri e medici o in fase di assistenza ad un infermiere in caso di ospiti agitato;
  • Fisioterapisti non utilizzano siringhe o taglienti (in alcuni casi sono utilizzate le siringhe per prelevare i liquidi dalle provette) e quindi non sono esposti al rischio biologico a seguito di ferite di punta e taglio;
  • le altre figure professionali non dovrebbero essere esposte a questo rischio.


Un’attività spesso trascurata, ma ad alto rischio, è quella della pulizia, disinfezione e sterilizzazione dei ferri chirurgici che va attentamente codificata.

Questa modifica obbliga il datore di lavoro che opera in ambito sanitario a considerare questo rischio nel proprio DVR e ad adottare misure di prevenzione e protezione.
In realtà si può ritenere che in tutte le strutture sanitarie questo rischio sia già considerato, ed in quanto tale probabilmente non è necessario integrare la valutazione dei rischi. Il decreto però introduce alcuni obblighi, che sono (come previsto dall’art. 286-sexies):

Commi dell’articolo 286-sexies
Attività da svolgere
a) definizione e attuazione di procedure di utilizzo e di eliminazione in sicurezza di dispositivi medici taglienti e di rifiuti contaminati con sangue e materiali biologici a rischio, garantendo l'installazione di contenitori debitamente segnalati e tecnicamente sicuri per la manipolazione e lo smaltimento di dispositivi medici taglienti e di materiale da iniezione usa e getta, posti quanto più vicino possibile alle zone in cui sono utilizzati o depositati oggetti taglienti o acuminati; le procedure devono essere periodicamente sottoposte a processo di valutazione per testarne l'efficacia e costituiscono parte integrante dei programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
Tutte le strutture dovranno avere delle procedure che descrivono le modalità di utilizzo e di smaltimento dei dispositivi medici, su tutti i carrelli dovranno essere disponibili alibox sicure
eliminazione dell'uso di oggetti taglienti o acuminati quando tale utilizzo non sia strettamente necessario;

b) eliminazione dell'uso di oggetti taglienti o acuminati quando tale utilizzo non sia strettamente necessario
Valutazione ed eliminazione di tutti gli oggetti taglienti e acuminati non necessari (è opportuno dare evidenza della valutazione fatta e dei risultati conseguenti)
c) adozione di dispositivi medici dotati di meccanismi di protezione e di sicurezza;
Va effettuata una rigorosa valutazione delle attrezzature utilizzate per verificare che siano le più sicure e in linea con le soluzioni tecniche più avanzate
d) divieto immediato della pratica del reincappucciamento manuale degli aghi in assenza di dispositivi di protezione e sicurezza per le punture;
nella procedura sopra citata è necessario esplicitare il divieto assoluto della pratica di reincappucciamento;

e) sorveglianza sanitaria;
Se già non considerato, il rischio biologico deve essere introdotto nella sorveglianza sanitaria per le figure esposte;
f) effettuazione di formazione in ordine a:
  • uso corretto di dispositivi medici taglienti dotati di meccanismi di protezione e sicurezza;
  • procedure da attuare per la notifica, la risposta ed il monitoraggio post-esposizione;
  • profilassi da attuare in caso di ferite o punture, sulla base della valutazione della capacità di infettare della fonte di rischio.
Erogazione della formazione sul rischio e sulle procedure adottate per l’eliminazione del rischio stesso.
È necessario formalizzare una procedura che definisca cosa fare in caso di ferita (lavaggio e pulizia, disinfezione, medicazione, invio in pronto soccorso) e l’eventuale follow-up (da redigere in collaborazione con il Medico Competente
g) informazione per mezzo di specifiche attività di sensibilizzazione, anche in collaborazione con le associazioni sindacali di categoria o con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, attraverso la diffusione di materiale promozionale riguardante: programmi di sostegno da porre in essere a seguito di infortuni, differenti rischi associati all'esposizione al sangue ed ai liquidi organici e derivanti dall'utilizzazione di dispositivi medici taglienti o acuminati, norme di precauzione da adottare per lavorare in condizioni di sicurezza, corrette procedure di uso e smaltimento dei dispositivi medici utilizzati, importanza, in caso di infortunio, della segnalazione da parte del lavoratore di informazioni pertinenti a completare nel dettaglio le modalità di accadimento, importanza dell'immunizzazione, vantaggi e inconvenienti della vaccinazione o della mancata vaccinazione, sia essa preventiva o in caso di esposizione ad agenti biologici per i quali esistono vaccini efficaci; tali vaccini devono essere dispensati gratuitamente a tutti i lavoratori ed agli studenti che prestano assistenza sanitaria ed attività ad essa correlate nel luogo di lavoro;
Informazione sul rischio a tutti i lavoratori esposti al rischio che deve essere comunque registrata
h) previsione delle procedure che devono essere adottate in caso di ferimento del lavoratore per:
  • prestare cure immediate al ferito, inclusa la profilassi post-esposizione e gli esami medici necessari e, se del caso, l'assistenza psicologica;
  • assicurare la corretta notifica e il successivo monitoraggio per l'individuazione di adeguate misure di prevenzione, da attuare attraverso la registrazione e l'analisi delle cause, delle modalità e circostanze che hanno comportato il verificarsi di infortuni derivanti da punture o ferite e i successivi esiti, garantendo la riservatezza per il lavoratore.
Formalizzare una procedura (vedi punto f) che definisca le azioni immediate e la profilassi post esposizione.
È anche opportuno che venga compilata una scheda incidente per valutare l’adeguatezza delle procedure stabilite e l’eventuale necessità di aggiornamento e integrazione

In conclusione, a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs 19 del 2014, le strutture sanitarie, e quindi certamente le RSA, dovranno:

  • effettuare una revisione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
  • mettere a disposizione dei lavoratori dispositivi medici adeguati ed in grado di minimizzare i rischi;
  • avere disponibili procedure sulle modalità di utilizzo dei dispositivi medici taglienti e appuntiti e sulle corrette modalità di smaltimento di questi rifiuti, sulle attività da effettuarsi dopo un eventuale incidente e sulle misure di monitoraggio e profilassi;
  • effettuare la formazione e l’informazione sul rischio biologico e sull’utilizzo dei dispositivi medici taglienti e appuntiti;
  • analizzare eventuali incidenti dovuti a ferite di punta e taglio al fine di valutare l’adeguatezza delle misure di prevenzione adottate.

In caso di richieste di valutazione degli interventi da adottare o di adeguamento del vostro DVR potete contattarci all’indirizzo: info@innconsulting.it

lunedì 30 settembre 2013

Rischio biologico - Validata una Buona Prassi


La Commissione Consultiva Permanente per la salute e la sicurezza ha validato nella recente seduta del 25 settembre 2013 una buona prassi dal titolo “Applicazione sistemi con aghi di sicurezza” attuata dall'Azienda Ospedaliera Universitaria (A.O.U.) " San Martino" di Genova.
Con questa attività si vogliono fornire indicazioni a tutte le strutture sanitarie sulle modalità di prevenzione delle ferite da punta e taglio a seguito dell'utilizzo di siringhe da parte del personale medico e infermieristico. Questa attività risulta infatti molto pericolosa perché gli aghi possono risultare contaminati da sangue infetto e costituire un rischio biologico per gli operatori.

La buona prassi non è ancora stata pubblicata sul sito 
http://sicurezzasullavoro.inail.it, ma potete comunque scaricarla a questo link.

L'adozione delle buone prassi non costituisce un obbligo per le strutture interessate, ma è un'indicazione utile di soluzioni adottate e che hanno conseguito significativi risultati per la riduzione dei pericoli.

venerdì 7 giugno 2013

Il rischio biologico in RSA

È più corretto parlare rischi di esposizione ad agenti biologici, anche se si tratta di esposizioni potenziali presenti nell’attività lavorativa anziché esposizione legate ad un utilizzo deliberato. Nelle RSA infatti questo rischio è legato alla presenza di ospiti/degenti che possono essere portatori di malattie non svolgendosi attività di ricerca clinica. Vanno perciò normalmente escluse situazioni di impiego controllato di micro organismi geneticamente modificati o emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati. 

Nel DVR il rischio va valutato definendo espressamente la tipologia di agenti biologici cui i lavoratori sono esposti. Il D.Lgs 81/2008 suddivide gli agenti biologici in 4 gruppi differenti: 

  • gruppo 1 – agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani; 
  • gruppo 2 – agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; 
  • gruppo 3 – agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; 
  • gruppo 4 - agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili di norma efficaci misure profilattiche o terapeutiche. 
Il D.Lgs.81/2008 riporta in allegato gli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4. La classificazione è importante perché le misure di prevenzione e tutela sono anche in relazione alla tipologia di organismo cui i lavoratori sono esposti. Generalmente il datore di lavoro si fa aiutare dal Medico Competente per la classificazione della propria struttura e, a parte casi particolari, gli organismi che possono essere presenti nelle RSA sono quelli del gruppo 2 ed eccezionalmente quelli del gruppo 3. È però importante che venga definita la classe nel DVR. 

La contaminazione da agenti biologici può avvenire prevalentemente per contatto col sangue, liquidi e materiali biologici (feci, urine, lacrime,vomito,sudore), in caso di agenti biologi quali HBV, HCV, AIDS. Può anche avvenire per via aerea in presenza di ospiti affetti da TBC e presenti in reparto ancora in fase pre-diagnostica. Ovviamente la diagnosi di TBC attiva richiede il trasferimento del paziente in reparti ospedalieri specializzati. La prima misura di prevenzione da adottare è la formazione del personale, ribadendo concetti che già sono stati oggetto di studio da parte di tutte le figure professionali (medici, infermieri, fisioterapisti, ASA e OSS). In primo luogo la pulizia delle mani e la procedura corretta per il loro lavaggio, la separazione pulito e sporco, il rispetto del divieto di mangiare sui luoghi di lavoro, eccetera. Altrettanto importante è l’informazione al personale che deve anche prevedere la conoscenza dello stato sanitario dell’ospite per poter prendere le adeguate precauzioni prima di effettuare qualsiasi operazione da parte dell’operatore.

Medici e infermieri 
Nelle RSA la principale fonte di di esposizione sono le ferite da punta e taglio con attrezzi (siringhe, bisturi, aghi) contaminati con sangue dell’ospite. È peraltro un rischio molto conosciuto e oggetto di campagne di comunicazione. In particolare il reincappucciamento dell’ago è vietato. Le strutture devono adottare gli strumenti più idonei sul mercato e le attrezzature per evitare il reincappucciamento come l’halibox che permette di togliere l’ago e di conservare in maniera sicura le siringhe utilizzate prima di essere stoccate nelle apposite confezioni come rifiuti ospedalieri pericolosi taglienti. A questo rischio sono esposti principalmente i medici e gli infermieri professionali che più frequentemente utilizzano strumenti taglienti nella loro attività sull’ospite. 

OSS e ASA
Figure professionali come OSS e ASA non utilizzando strumenti taglienti non dovrebbero essere esposti al rischio biologico a seguito di utilizzo di questi strumenti, se non in modo accidentale. Può infatti succedere che un OSS o ASA venga contaminato con il sangue di un ospite perché resta ferito assistendo un infermiere perché, ad esempio l’ospite era agitato. Un datore di lavoro coscienzioso definirà perciò delle istruzioni da fornire al personale su come comportarsi nelle varie casistiche possibili e non si limiterà a proibire la sola operazione di reincappucciamento. Il rischio per queste figure professionali è quello legato all’attività svolta a contatto con ospiti nelle operazioni di igiene e pulizia personale e nella gestione della biancheria sporca che può essere contaminata da liquidi. Nel primo caso è possibile il contatto accidentale con liquidi biologici mentre nel secondo l'esposizione può avvenire per via inalatoria o per contatto cutaneo di microrganismi presenti nella biancheria. Gli strumenti di riduzione o di annullamento del rischio sono la formazione e l’utilizzo di opportuni DPI. A mio giudizio vanno codificate tutte le situazioni pericolose che possono provocare la contaminazione biologica e definire il comportamento più idoneo. Ad esempio una situazione di forte rischio è presente nella mobilizzazione di ospiti cateterizzati. Può infatti succedere che durante la movimentazione dell’ospite il catetere si stacchi e schizzi di liquidi biologici colpiscano l’operatore. In questo caso la protezione può avvenire con l’utilizzo di DPI come maschere o occhiali per proteggere gli occhi, ma a costo di rendere molto disagevole il lavoro dell’operatore. Sarebbe preferibile istruire l’operatore affinché le operazioni di mobilizzazione vengano effettuate correttamente senza provocare il distacco del catetere e quindi la possibile contaminazione. Alcuni DPI sono certamente da adottare: in primo luogo i guanti monouso che vanno indossati sempre quando si svolgono operazioni sull’ospite e che vanno sostituiti se danneggiati e ogni nuovo ospite. Bisogna evitare di spingere il carrello con guanti contaminati, solo con mani pulite o guanti nuovi. L’utilizzo di mascherine o occhiali può essere consigliato, anche se sono preferibili azioni che prevengano o annullino la presenza del rischio. In linea generale gli operatori che devono utilizzare molti DPI contemporaneamente (guanti, mascherina, occhiali), non sono comodi e quindi finisce che non vengono utilizzati, contravvenendo alle regole interne. L’utilizzo di divise è scontata mentre i sovracamici monouso sono consigliati in caso di operazioni che possono provocare schizzi di liquido biologico e conseguente contaminazione presso altri ospiti.

Fisioterapisti e addetti alla palestra 
Il rischio biologico per queste figure professionali è molto basso o inesistente. Uno studio dell’ISPESL/ASL della provincia di Bergamo del 2003 non cita questo rischio per i fisioterapisti. Eventuali rischi sono presenti se l’operatore svolge compiti non di sua competenza. 

Addetti alla lavanderia 
Per questi operatori il rischio biologico è legata all’eventuale contatto per via inalatoria o per contatto cutaneo di microrganismi presenti nella biancheria. La corretta separazione tra pulito e sporco e l’uso di DPI, in particolare guanti monouso e le mascherine, sono gli strumenti da fornire all’operatore per ridurre il rischio.


* * *

Per prevenire il rischio biologico è quindi molto importante, oltre all’utilizzo dei DPI indicati, predisporre e diffondere, facendo l’opportuna informazione, i seguenti documenti:

  • indicazioni generali sull’igiene e la pulizia (ad esempio come effettuare il lavaggio delle mani), 
  • descrizione delle modalità di corretto svolgimento delle operazioni routinarie per evitare il contatto con agenti biologici (la sopracitata istruzione sulla movimentazione di ospiti cateterizzati, ad esempio), 
  • procedura che descriva il comportamento da adottare a seguito di una ferita da punta e taglio contaminata (presentazione in pronto soccorso e monitoraggio con controlli ematici come suggerito dal Medico Competente),
  • regole da utilizzare in caso insorgesse la diffusione epidemica di una malattia nella struttura che riguardano i lavoratori, gli ospiti ed anche i visitatori.

martedì 28 maggio 2013

Il rischio chimico in RSA

Il rischio chimico è dovuto all’utilizzo di sostanze chimiche durante l’attività lavorativa. Nella definizione di agente chimico vengono compresi tutti gli elementi o i composto chimici, sia da soli che nei loro miscugli (è escluso l’amianto che è considerato a parte). Si tratta quindi di medicinali, detersivi e detergenti, disinfettanti e deodoranti.
è evidente che in qualsiasi RSA sono presenti questi prodotti e quindi il rischio chimico non può essere escluso a priori.
La valutazione del prodotto va fatta rispetto alla salute e rispetto alla sicurezza. Rispetto alla salute perché può essere nocivo o dannoso per il lavoratore (per contatto, inspirazione, ecc.) e rispetto alla sicurezza perché il prodotto può essere infiammabile e quindi pericoloso in caso di incendio.

Come procedere per la classificazione del rischio?
Prima di tutto vanno identificati i prodotti chimici presenti nella struttura (escludendo i farmaci se differenti da antiblastici pericolosi). Per ogni prodotto trovato va recuperata la Scheda di Sicurezza che tutti i prodotti messi in commercio devono avere per legge. La scheda di sicurezza descrive il prodotto e riporta se il prodotto è pericoloso o meno.
Le schede di sicurezza sono molto importanti e vanno illustrate ai lavoratori e conservate nei luoghi dove vengono utilizzati i prodotti chimici. In caso di necessità devono essere consultate per verificare come comportarsi in caso di inalazione, contatto accidentale o altro.
Se i prodotti utilizzati non sono pericolosi è possibile riportare nel DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) che il rischio è basso perché i prodotti non sono pericolosi. Bisogna fare attenzione ai due tipi di rischio prima citati. Per esempio un deodorante spray non è pericoloso per la salute, ma è pericoloso per la sicurezza perché altamente infiammabile.

Nelle schede di sicurezza, nella sezione 2, è riportata l’identificazione dei pericoli e questa parte va letta con molta attenzione. è qui che i pericoli vengono classificati con le frasi R (rischio); ad esempio la frase R12 significa “estremamente infiammabile”
Nella stessa sezione sono riportate le frasi S che descrivono il comportamento da adottare; ad esempio la frase S2 significa “conservare fuori della portata dei bambini”.

Una volta censiti tutti i prodotti utilizzati e verificatone la pericolosità o meno è necessario costruire una matrice che attribuisce ogni prodotto a un gruppo di lavoratori. Ad esempio i detersivi per la lavabiancheria saranno utilizzati esclusivamente dagli addetti alla lavanderia, così come i detersivi per le stoviglie saranno utilizzati principalmente in cucina.

Per effettuare la valutazione del rischio chimico in modo oggettivo è necessario a questo punto disporre di un software come Archimede. Questo software permette di effettuare la valutazione in modo oggettivo sulla base dei seguenti parametri:
  • prodotto chimico utilizzato (la pericolosità è basata sulla presenza delle frasi R e delle frasi S),
  • quantità di prodotto chimico utilizzato al giorno,
  • tempo di esposizione al prodotto chimico,
  • modalità di utilizzo,
  • forma fisica del prodotto,
  • caratteristiche dei locali in cui viene utilizzato.

Attraverso questi parametri il software suggerisce il livello di rischio in modo oggettivo.

Se risultano situazioni di esposizione che possono essere considerate pericolose diventa necessario in primo luogo considerare se esistono dei prodotti equivalenti come efficacia ma meno pericolosi per la salute o la sicurezza. In caso positivo suggerisco di sostituire i prodotti con quelli meno pericolosi.
Se non esistono prodotti meno pericolosi è utile consultare le schede di sicurezza del prodotto e verificare quali DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) il produttore del prodotto chimico suggerisce di utilizzare per la riduzione del rischio.
è molto difficile, infatti, che nelle RSA l’esposizione sia tale da dover adottare misure collettive come impianti per l’aspirazione di fumi o gas.

Vediamo adesso una carrellata di possibile esposizioni per gruppi di lavoratori.

Medici e infermieri
Medici e infermieri possono maneggiare farmaci e disinfettanti; questi ultimi in particolare possono essere pericolosi.

Fisioterapisti
I fisioterapisti e comunque gli addetti alla manutenzione sono esposti al rischio chimico se utilizzano disinfettanti o detergenti, anche saltuariamente. Il rischio è minore rispetto ad altre categorie per l’utilizzo saltuario e in modica quantità di prodotti chimici. In questi casi è necessario effettuare la valutazione come precedentemente detto ed utilizzare i DPI più opportuni

Educatori e animatori
Normalmente educatori ed animatori non utilizzano prodotti chimici, il rischio può quindi essere considerato nullo.

ASA e OSS
ASA e OSS possono utilizzare prodotti chimici per la pulizia e l’igiene dell’ospite che difficilmente sono pericolosi. In alcuni casi a queste figure professionali sono attribuiti anche compiti di pulizia e disinfezione dei locali, pulizia di piccole stoviglie (bicchieri o tazze); per questi compiti vengono utilizzati detergenti liquidi o in polvere, in alcuni casi anche la candeggina per sbiancare, e deodoranti; è necessario quindi effettuare la valutazione come precedentemente detto ed utilizzare i DPI più opportuni: i guanti monouso sono poco adatti per queste attività, sono preferibili i guanti in gomma per uso domestico perché più alti e proteggono la pelle fino all’avambraccio compreso.

Addetti alle pulizie
Sono il gruppo di lavoratori più esposto al rischio chimico perché utilizzano quotidianamente prodotti chimici come detergenti, cere, prodotti deceranti e altro. Particolarmente aggressivi sono solitamente i prodotti utilizzati per la disinfezione delle camere. Vale pertanto l’indicazione generale che prevede la classificazione dei prodotti chimici utilizzati e la loro valutazione. Le schede di sicurezza dei prodotti contengono indicazioni, spesso molto cautelative, dei DPI da utilizzare, che generalmente sono guanti, occhiali di protezione, camice e sovracamice e mascherine di protezione delle vie respiratorie. A questo proposito va ricordato che le mascherine di carta molto diffuse non sono DPI, ma dispositivi medici e che servono più a proteggere l’ospite che il lavoratore. Le mascherine in grado di proteggere da polvere e gas sono quelle classificate con FFP seguito da un numero, dove il numero cresce al crescere del fabbisogno di protezione del lavoratore.

Addetti alla cucina
Questo gruppo di lavoratori ha spesso a che fare con detergenti per le pulizie dei piani di lavoro, le attrezzature ed i locali. Vale pertanto l’indicazione generale che prevede la classificazione dei prodotti chimici utilizzati e la loro valutazione. Risultano particolarmente critiche i momenti in cui vengono sostituiti i recipienti dei detersivi per lavastoviglie che vanno effettuati utilizzando adeguati DPI (i detersivi per lavastoviglie sono spesso prodotti pericolosi) ed evitando il travaso dal contenitore vecchio a quello nuovo del fondo del contenitore. L’uso di occhiali di protezione potrebbe essere consigliato proprio nelle attività dove sono possibili schizzi.

Addetti alla lavanderia
Questo gruppo di lavoratori ha sempre a che fare con detersivi, sbiancanti e altri prodotti chimici come anticalcarei. Vale pertanto l’indicazione generale che prevede la classificazione dei prodotti chimici utilizzati e la loro valutazione. Risultano particolarmente critici i momenti in cui vengono sostituiti i recipienti dei detersivi per lavabiancheria che vanno effettuati utilizzando adeguati DPI (i detersivi per lavabiancheria sono spesso prodotti pericolosi) ed evitando il travaso dal contenitore vecchio a quello nuovo del fondo del contenitore. L’uso di occhiali di protezione potrebbe essere consigliato proprio nelle attività dove sono possibili schizzi.

Addetti alla manutenzione
Questo gruppo di lavoratori è esposto al rischio chimico in funzione delle attività svolte, che possono essere molto diversificate.
Anche in questo caso è necessario censire i prodotti chimici utilizzati (per questo gruppo è necessario considerare vernici, colle, prodotti per la manutenzione degli impianti, ecc.). Se agli addetti alla manutenzione sono affidate anche attività che prevedono la saldatura è necessario considerarla perché il processo emette dei fumi molto tossici.

Vale pertanto l’indicazione generale che prevede la classificazione dei prodotti chimici utilizzati e la loro valutazione e quindi l’adozione delle misure necessarie alla riduzione del rischio.

Se avete bisogno di chiarimenti sull'argomento potete contattare senza impegno un consulente INN Consulting inviando una mail al seguente indirizzo: info@innconsuting.it.

Siete interessati ad una quotazione della valutazione del rischio chimico nella vostra struttura?
Scaricate la scheda sul contenuto dell'offerta.

lunedì 22 aprile 2013

La movimentazione Manuale dei carichi MMC

La movimentazione manuale dei carichi che comporta rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico è uno dei rischi più presenti nelle strutture della RSA (Residenze sanitarie e Assistenziali). Le figure professionali maggiormente coinvolte, anche se con modalità differenti, sono: Infermieri Professionali, Operatori Socio Sanitari (OSS), Ausiliari Socio Assistenziali (ASA), fisioterapisti, addetti alla cucina, addetti alla lavanderia e manutentori. Anche impiegati amministrativi e medici potrebbero esserlo in casi eccezionali.
Analizziamo ora le attività che comportano questo rischio per le figure professionali sopra citate.

Infermieri professionali
Le attività che comportano questo rischio sono:
  • la movimentazione degli ospiti,
  • la spinta e il traino dei carrelli delle medicazione e delle terapie,
  • la movimentazione di carichi pesanti per lo stoccaggio o il prelievo.

Operatori Socio Sanitari e Ausiliari Socio Assistenziali
Le attività che comportano questo rischio sono:
  • la movimentazione degli ospiti,
  • la spinta e il traino dei carrelli della biancheria piana e degli ospiti, dell’igiene degli ospiti, i carrelli per la distribuzione degli alimenti,
  • la movimentazione di carichi pesanti per lo stoccaggio ed il prelievo.

Fisioterapisti
Le attività che comportano questo rischio sono:
  • la movimentazione degli ospiti,
  • le attività di manipolazione degli ospiti stessi,
  • la movimentazione di carichi pesanti per lo stoccaggio ed il prelievo.

Addetti alla cucina
Le attività che comportano questo rischio sono:
  • la movimentazione di carichi pesanti come lo scarico e la movimentazione di derrate alimentari,
  • la movimentazione di pentole o altri recipienti pieni,
  • le attività per caricare e scaricare la lavastoviglie.

Addetti alla lavanderia
Le attività che comportano questo rischio sono:
  • la movimentazione di carichi pesanti,
  • le operazioni di stiratura,
  • la spinta e il traino di carrelli se è loro affidata la consegna e/o il ritiro della biancheria dai diversi reparti o nuclei.

Addetti alla manutenzione
Le attività che comportano questo rischio sono:
  • la movimentazione di carichi pesanti,
  • altre operazioni che il manutentore può svolgere non facilmente classificabili per la varietà dei compiti che questa figura può assolvere.
Medici e personale amministrativo
Il rischio è molto basso e legato a eventuali attività non ordinarie come: lo spostamento di fascicoli cartacei particolarmente pesanti, la movimentazione di un ospite in assenza di un aiuto del personale di reparto o nucleo.

Nell’analisi vanno poi considerate attentamente altre attività non standard che ciascuna figura professionale può svolgere nella realtà organizzativa in cui opera.

***
Il rischio per le attività sopra citate deve essere valutato con differenti strumenti. è molto importante, per dare solidità al Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), utilizzare per la valutazione degli strumenti oggettivi, laddove possibile. Vediamo di seguito le principali.

La movimentazione degli ospiti
Il rischio derivante dalla movimentazione degli ospiti va valutato con il metodo MAPO. Si tratta di un metodo su cui si basano diversi software disponibili sul mercato che calcolano il rischio sulla base dei seguenti fattori:
  • numero di ospiti o pazienti presenti nel nucleo/reparto e loro caratteristiche,
  • livello di compromissione degli stessi (più o meno autosufficienti),
  • numero di operatori addetti al nucleo/reparto e composizione per sesso,
  • presenza e numero di ausili (sollevatori) nel nucleo/reparto,
  • presenza di altri ausili minori nel nucleo/reparto a disposizione degli operatori.

Attraverso questi parametri il software valuta il rischio cui è esposto il lavoratore. Il Datore di Lavoro attraverso questo strumento riesce a dimensionare il personale addetto ai nuclei/reparti e dotandolo degli opportuni strumenti (sollevatori, lenzuolini ad alto scorrimento, ecc.) deve ridurre il rischio per i lavoratori.

La spinta e traino di carrelli
Per tutte queste attività la valutazione viene svolta sempre con l’ausilio di un metodo validato (di solito si tratta del metodo Snook e Ciriello) che è alla base di programmi software in commercio.
è necessario disporre di un dinamometro che serve a misurare la forza necessaria per avviare il carrello e quella necessaria per mantenerlo in movimento. Il software, infatti, sulla base di: forza da applicare per l’avvio, lunghezza del percorso, tipologia di operatore, frequenza dello sforzo, caratteristiche del carrello (ad e. presenza di maniglie, altezza dal suolo delle stesse) calcola l’esposizione al rischio del lavoratore.

A disposizione del Datore di Lavoro per la riduzione del rischio sono possibili le seguenti azioni:

  • ridurre i carichi da trasportare sul carrello (maggiore è il carico e maggiore è la forza che devo applicare per mettere in moto il carrello),
  • manutenere i carrelli, in particolare la pulizia e la lubrificazione delle ruote.
Quest’ultima azione è la più efficace, perché per la tipologia di lavoro svolto nelle RSA si può essere quasi certi che carrelli che scorrono senza problemi riducono i rischi per movimenti di spinta e traino al di sotto del livello di guardia.


La movimentazione di carichi pesanti per lo stoccaggio o il prelievo
Non esistono metodi validati per questo tipo di movimentazione che non presenta caratteristiche di ripetitività e spesso è svolta in modo saltuario dal personale delle RSA.
La norma ISO 11228 e la UNI EN 1005 forniscono alcune indicazioni che vanno considerate per escludere questo specifico rischio. I valori di riferimento da adottare sono i seguenti:
  • uomini (18-45 anni) 25 kg
  • donne (18-45 anni) 20 kg
  • uomini (<18 o >45) 20 kg
  • donne (<18 o >45) 15 kg
Il superamento anche per sollevamenti occasionali dei valori di riferimento sopra citati comporta dei valori dell’indice di sollevamento superiori all’unità e quindi condizioni di rischio non accettabili. In caso di superamento dei limiti diventa essenziale utilizzare dei carrelli per la movimentazione dei colli.
Il Datore di Lavoro deve quindi verificare che non vengano superati i limiti, fornendo specifiche istruzioni al personale.
Un’attività preventiva è verificare che i colli ricevuti dai fornitori non eccedano i valori sopra riportati. In effetti, già oggi, molti fornitori hanno adeguato le confezioni dei loro prodotti tenendo conto di questi valori di riferimento proprio per ridurre questo tipo di rischio.


Le attività di manipolazione degli ospiti stessi da parte dei fisioterapisti
Il fisioterapista o il masso fisioterapista per la loro attività specifica svolgono delle manovre che inevitabilmente hanno comportano un sovraccarico biomeccanico.
Questo rischio non trova in letteratura nessuna strumento di valutazione validato e pertanto è opportuno valutarlo come presente e prevedere delle azioni per la sua riduzione. Queste azioni sono:
  • la professionalità dell’operatore e quindi il continuo aggiornamento
  • la redazione di istruzioni interne che descrivano il comportamento da adottare nei casi di maggior rischio (ad esempio la movimentazione di due operatori per ospiti particolarmente pesanti)
  • il rispetto di intervalli e il piano di lavoro che distribuisca in modo uniforme sui lavoratori gli ospiti a maggior rischio.

La movimentazione di pentole e altri contenitori in cucina
Per gli addetti alla cucina un particolare rischio è legato alla movimentazione di pentole ed altri contenitori, spesso pieni di acqua o altri liquidi con pesi che molto facilmente superano i valori di riferimento indicati dalla norma ISO 11228 e EN UNI 1005. La movimentazione comporta inoltre altri rischi perché i contenitori hanno spesso temperature elevate in grado di procurare ustioni ai lavoratori.
Le uniche azioni da adottare sono di tipo strutturale come:
  • rubinetti in vicinanza dei fuochi in modo da poter riempire i contenitori senza spostarli, una volta pieni, 
  • scolapasta di grandi dimensioni per evitare di rovesciare il contenitore per scolare la pasta, 
  • attrezzature che permettono di vuotare i recipienti senza doverli spostare quando sono colmi. 

Si tratta di adottare attrezzature professionali per la grande ristorazione.
Senza l’adozione di queste misure il rischio non può essere considerato trascurabile.

Le operazioni di stiratura
Le attività di stiratura, a certe condizioni, possono comportare gravi rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico.
La valutazione di questo rischio andrebbe fatta utilizzando il metodo OCRA. Per motivi di costo e di impegno di tempo, e considerando anche le dimensioni del problema, è possibile fare le seguenti osservazioni.
Uno studio ISPESL valuta l’attività di stiratura svolta in maniera continua per tutto l’orario di lavoro come pericolosa. Si tratta pertanto di seguire le seguenti indicazioni (peraltro già presenti di norma nelle RSA):
  • non dedicare il lavoratore al compito di stiratura oltre alle 4 ore consecutive,
  • alternare l’attività di stiratura ad altre attività,
  • permettere degli intervalli di riposo,
  • dotare il lavoratori di tavoli adeguati e informarlo sui comportamenti da adottare come riportato nella seguente immagine (fonte INAIL).


Se avete bisogno di chiarimenti sull'argomento potete contattare senza impegno un consulente INN Consulting inviando una mail al seguente indirizzo: info@innconsuting.it.

venerdì 19 aprile 2013

La valutazione dei rischi nelle RSA per anziani


Dopo alcune e esperienze di sviluppo di Sistemi di Gestione per la Salute e la Sicurezza sul lavoro nelle RSA per anziani secondo lo schema OHSAS 18001, credo valga la pena di affrontare come primo aspetto il tema della valutazione dei rischi presenti nelle strutture.

Il Documento di Valutazione dei Rischi è certamente presente in tutte le strutture perché obbligatorio secondo il D.Lgs. 81/2008 e successive modifiche e integrazioni. Spesso valuta i rischi in modo molto standardizzato e questo aiuta solo in parte a ridurre effettivamente i rischi e quindi gli infortuni e i giorni di assenza per infortunio.

Il primo schema che vale la pena di analizzare è quello che risulta da uno studio dell’ISPESL relativo all’ASL della provincia di Bergamo e concluso nel dicembre del 2003. Si tratta quindi di uno studio che ha ormai 10 anni, ma che costituisce la base per ulteriori aggiornamenti.
Lo studio completo lo potete trovare qui

In questo studio vengono prese in considerazione le seguenti figure professionali, con i relativi rischi di seguito elencati:
  • dirigente sanitario / medico cui vengono riferiti i seguenti rischi
o   biologici
o   chimico-fisici
o   stress e infortunistici (ferite, contusioni, punture, elettrocuzione)
  •       infermiere professionale
o   disergonomici
o   biologici
o   chimico-fisici
o   stress
o   infortunistici
  •        ASA Ausiliari Socio Assistenziali
o   disergonomici
o   biologici
o   chimico-fisici
o   stress
o   infortunistici
  •       fisioterapisti

o   disergonomici
o   stress
o   infortunistici
  •       addetto amministrativo

o   VDT
o   posture incongrue
o   rischi elettrici generici
o   impegno mentale e stress connesso
o   microclima
  •     addetti cucina

o   movimentazione manuale carichi
o   contatto con oggetti acuminati e taglienti
o   contatto con parti mobili di macchine
o   scivolamento e caduta in piano
o   ustioni
o   microclima sfavorevole
o   rumore
o   elettrocuzione
o    contatto con sostanze chimiche (detergenti, detersivi, ecc)
  • addetti lavanderia

o   movimentazione manuale dei carichi
o   contatto con biancheria sporca (residui organici)
o   contatto con sostanze chimiche
o   elettrocuzione,
o   contatto con parti mobili di macchine
o   scivolamento e cadute in piano
o    ustioni;
o    microclima sfavorevole
o    posture incongrue
  •       animatori

o   nessun rischio specifico
  •       addetti alla manutenzione

o   movimentazione manuale dei carichi
o    elettrocuzione
o    caduta dall'alto
o    traumi

Questo studio è una base di partenza, su cui vale la pena di fare comunque alcune osservazioni:

  1. i fisioterapisti possono essere esposti anche al rischio biologico, avendo contatto con ospiti e pazienti e potrebbero in alcuni casi venire a contatto con sangue o altri liquidi corporei,
  2. gli addetti alla lavanderia potrebbero essere esposti al rischio rumore se lavorano negli stessi locali dove sono presenti le macchine lavabiancheria e le asciugatrici; il funzionamento contemporaneo di tutti questi macchinari e una trascurata gestione delle manutenzioni potrebbe creare un ambiente molto rumoroso,
  3. gli animatori sono esposti a rischi generici come lo scivolamento e cadute in piano perché comunque la loro attività porta a muoversi nei locali della struttura,
  4. gli addetti alla manutenzione sono esposti ad una grande varietà di rischi che non sono facilmente catalogabili perché svolgono le funzioni più varie: la valutazione dei loro rischi va fatta analizzando specificatamente le funzioni svolte,
  5. attualmente è presente anche la figura dell’OSS Operatore socio sanitario, non considerato nello studio, i cui rischi sono assimilabili a quelli dell’ASA,
  6. tutte le figure a contatto con gli ospiti sono esposte al rischio di aggressione da parte di ospiti compromessi, questo rischio va valutato attentamente perché è fonte di infortuni e può essere ridotto adottando comportamenti corretti.

    Dal prossimo post cominceremo ad analizzare i rischi uno per uno.

    Per qualsiasi chiarimento potete inviare una mail a info@innconsulting.it.


mercoledì 6 febbraio 2013

Chi siamo

Crediamo che il tema della salute e della sicurezza nelle strutture che assistono gli anziani sarà la nuova frontiera per tutte le organizzazioni che forniscono servizi agli anziani come le RSA (Residenze sanitarie Assistenziali), le case di riposo, le case protette, i CDI Centri Diurni Integrati, le cooperative sociali che gestiscono intere strutture o solo l'appalto di alcune attività.
L'interesse che troviamo presso le organizzazioni quando affrontiamo questa attività è infatti molto elevato.
La diffusione di sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul luogo di lavoro (SGSL) è ancora agli inizi così come la diffusione della certificazione OHSAS 18001. Questo crediamo sia il primo caso in Lombardia.
Per questo motivo abbiamo aperto questo spazio di discussione e di approfondimento per offrire una bussola e l'esperienza che abbiamo cumulato in questo specifico settore.
Qualsiasi osservazione e richiesta è la benvenuta, esprimetevi senza timore.
Potete inviare una mail a info@innconsulting.it.