Nel DVR il rischio va valutato definendo espressamente la tipologia di agenti biologici cui i lavoratori sono esposti. Il D.Lgs 81/2008 suddivide gli agenti biologici in 4 gruppi differenti:
- gruppo 1 – agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani;
- gruppo 2 – agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
- gruppo 3 – agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
- gruppo 4 - agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili di norma efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
La contaminazione da agenti biologici può avvenire prevalentemente per contatto col sangue, liquidi e materiali biologici (feci, urine, lacrime,vomito,sudore), in caso di agenti biologi quali HBV, HCV, AIDS. Può anche avvenire per via aerea in presenza di ospiti affetti da TBC e presenti in reparto ancora in fase pre-diagnostica. Ovviamente la diagnosi di TBC attiva richiede il trasferimento del paziente in reparti ospedalieri specializzati. La prima misura di prevenzione da adottare è la formazione del personale, ribadendo concetti che già sono stati oggetto di studio da parte di tutte le figure professionali (medici, infermieri, fisioterapisti, ASA e OSS). In primo luogo la pulizia delle mani e la procedura corretta per il loro lavaggio, la separazione pulito e sporco, il rispetto del divieto di mangiare sui luoghi di lavoro, eccetera. Altrettanto importante è l’informazione al personale che deve anche prevedere la conoscenza dello stato sanitario dell’ospite per poter prendere le adeguate precauzioni prima di effettuare qualsiasi operazione da parte dell’operatore.
Medici e infermieri
Nelle RSA la principale fonte di di esposizione sono le ferite da punta e taglio con attrezzi (siringhe, bisturi, aghi) contaminati con sangue dell’ospite. È peraltro un rischio molto conosciuto e oggetto di campagne di comunicazione. In particolare il reincappucciamento dell’ago è vietato. Le strutture devono adottare gli strumenti più idonei sul mercato e le attrezzature per evitare il reincappucciamento come l’halibox che permette di togliere l’ago e di conservare in maniera sicura le siringhe utilizzate prima di essere stoccate nelle apposite confezioni come rifiuti ospedalieri pericolosi taglienti. A questo rischio sono esposti principalmente i medici e gli infermieri professionali che più frequentemente utilizzano strumenti taglienti nella loro attività sull’ospite.
OSS e ASA
Figure professionali come OSS e ASA non utilizzando strumenti taglienti non dovrebbero essere esposti al rischio biologico a seguito di utilizzo di questi strumenti, se non in modo accidentale. Può infatti succedere che un OSS o ASA venga contaminato con il sangue di un ospite perché resta ferito assistendo un infermiere perché, ad esempio l’ospite era agitato. Un datore di lavoro coscienzioso definirà perciò delle istruzioni da fornire al personale su come comportarsi nelle varie casistiche possibili e non si limiterà a proibire la sola operazione di reincappucciamento. Il rischio per queste figure professionali è quello legato all’attività svolta a contatto con ospiti nelle operazioni di igiene e pulizia personale e nella gestione della biancheria sporca che può essere contaminata da liquidi. Nel primo caso è possibile il contatto accidentale con liquidi biologici mentre nel secondo l'esposizione può avvenire per via inalatoria o per contatto cutaneo di microrganismi presenti nella biancheria. Gli strumenti di riduzione o di annullamento del rischio sono la formazione e l’utilizzo di opportuni DPI. A mio giudizio vanno codificate tutte le situazioni pericolose che possono provocare la contaminazione biologica e definire il comportamento più idoneo. Ad esempio una situazione di forte rischio è presente nella mobilizzazione di ospiti cateterizzati. Può infatti succedere che durante la movimentazione dell’ospite il catetere si stacchi e schizzi di liquidi biologici colpiscano l’operatore. In questo caso la protezione può avvenire con l’utilizzo di DPI come maschere o occhiali per proteggere gli occhi, ma a costo di rendere molto disagevole il lavoro dell’operatore. Sarebbe preferibile istruire l’operatore affinché le operazioni di mobilizzazione vengano effettuate correttamente senza provocare il distacco del catetere e quindi la possibile contaminazione. Alcuni DPI sono certamente da adottare: in primo luogo i guanti monouso che vanno indossati sempre quando si svolgono operazioni sull’ospite e che vanno sostituiti se danneggiati e ogni nuovo ospite. Bisogna evitare di spingere il carrello con guanti contaminati, solo con mani pulite o guanti nuovi. L’utilizzo di mascherine o occhiali può essere consigliato, anche se sono preferibili azioni che prevengano o annullino la presenza del rischio. In linea generale gli operatori che devono utilizzare molti DPI contemporaneamente (guanti, mascherina, occhiali), non sono comodi e quindi finisce che non vengono utilizzati, contravvenendo alle regole interne. L’utilizzo di divise è scontata mentre i sovracamici monouso sono consigliati in caso di operazioni che possono provocare schizzi di liquido biologico e conseguente contaminazione presso altri ospiti.
Fisioterapisti e addetti alla palestra
Il rischio biologico per queste figure professionali è molto basso o inesistente. Uno studio dell’ISPESL/ASL della provincia di Bergamo del 2003 non cita questo rischio per i fisioterapisti. Eventuali rischi sono presenti se l’operatore svolge compiti non di sua competenza.
Addetti alla lavanderia
Per questi operatori il rischio biologico è legata all’eventuale contatto per via inalatoria o per contatto cutaneo di microrganismi presenti nella biancheria. La corretta separazione tra pulito e sporco e l’uso di DPI, in particolare guanti monouso e le mascherine, sono gli strumenti da fornire all’operatore per ridurre il rischio.
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Per prevenire il rischio biologico è quindi molto importante, oltre all’utilizzo dei DPI indicati, predisporre e diffondere, facendo l’opportuna informazione, i seguenti documenti:
- indicazioni generali sull’igiene e la pulizia (ad esempio come effettuare il lavaggio delle mani),
- descrizione delle modalità di corretto svolgimento delle operazioni routinarie per evitare il contatto con agenti biologici (la sopracitata istruzione sulla movimentazione di ospiti cateterizzati, ad esempio),
- procedura che descriva il comportamento da adottare a seguito di una ferita da punta e taglio contaminata (presentazione in pronto soccorso e monitoraggio con controlli ematici come suggerito dal Medico Competente),
- regole da utilizzare in caso insorgesse la diffusione epidemica di una malattia nella struttura che riguardano i lavoratori, gli ospiti ed anche i visitatori.
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