Analizziamo ora le attività che comportano questo rischio
per le figure professionali sopra citate.
Infermieri professionali
Le attività che comportano questo rischio sono:
- la movimentazione degli ospiti,
- la spinta e il traino dei carrelli delle medicazione e delle terapie,
- la movimentazione di carichi pesanti per lo stoccaggio o il prelievo.
Operatori Socio Sanitari e Ausiliari Socio Assistenziali
Le attività che comportano questo rischio sono:
- la movimentazione degli ospiti,
- la spinta e il traino dei carrelli della biancheria piana e degli ospiti, dell’igiene degli ospiti, i carrelli per la distribuzione degli alimenti,
- la movimentazione di carichi pesanti per lo stoccaggio ed il prelievo.
Fisioterapisti
Le attività che comportano questo rischio sono:
- la movimentazione degli ospiti,
- le attività di manipolazione degli ospiti stessi,
- la movimentazione di carichi pesanti per lo stoccaggio ed il prelievo.
Addetti alla cucina
Le attività che comportano questo rischio sono:
- la movimentazione di carichi pesanti come lo scarico e la movimentazione di derrate alimentari,
- la movimentazione di pentole o altri recipienti pieni,
- le attività per caricare e scaricare la lavastoviglie.
Addetti alla lavanderia
Le attività che comportano questo rischio sono:
- la movimentazione di carichi pesanti,
- le operazioni di stiratura,
- la spinta e il traino di carrelli se è loro affidata la consegna e/o il ritiro della biancheria dai diversi reparti o nuclei.
Addetti alla manutenzione
Le attività che comportano questo rischio sono:
- la movimentazione di carichi pesanti,
- altre operazioni che il manutentore può svolgere non facilmente classificabili per la varietà dei compiti che questa figura può assolvere.
Medici e personale amministrativo
Il rischio è molto basso e legato a eventuali attività non
ordinarie come: lo spostamento di fascicoli cartacei particolarmente pesanti,
la movimentazione di un ospite in assenza di un aiuto del personale di reparto
o nucleo.
Nell’analisi vanno poi considerate attentamente altre
attività non standard che ciascuna figura professionale può svolgere nella
realtà organizzativa in cui opera.
***
Il rischio per le attività sopra citate deve essere valutato
con differenti strumenti. è molto
importante, per dare solidità al Documento di Valutazione dei Rischi (DVR),
utilizzare per la valutazione degli strumenti oggettivi, laddove possibile.
Vediamo di seguito le principali.
La movimentazione degli ospiti
Il rischio derivante dalla movimentazione degli ospiti va valutato
con il metodo MAPO. Si tratta di un metodo su cui si basano diversi software
disponibili sul mercato che calcolano il rischio sulla base dei seguenti
fattori:
- numero di ospiti o pazienti presenti nel nucleo/reparto e loro caratteristiche,
- livello di compromissione degli stessi (più o meno autosufficienti),
- numero di operatori addetti al nucleo/reparto e composizione per sesso,
- presenza e numero di ausili (sollevatori) nel nucleo/reparto,
- presenza di altri ausili minori nel nucleo/reparto a disposizione degli operatori.
Attraverso questi parametri il software valuta il rischio cui
è esposto il lavoratore. Il Datore di Lavoro attraverso questo strumento riesce
a dimensionare il personale addetto ai nuclei/reparti e dotandolo degli
opportuni strumenti (sollevatori, lenzuolini ad alto scorrimento, ecc.) deve
ridurre il rischio per i lavoratori.
La spinta e traino di carrelli
Per tutte queste attività la valutazione viene svolta sempre
con l’ausilio di un metodo validato (di solito si tratta del metodo Snook e Ciriello)
che è alla base di programmi software in commercio.
è necessario
disporre di un dinamometro che serve a misurare la forza necessaria per avviare
il carrello e quella necessaria per mantenerlo in movimento. Il software,
infatti, sulla base di: forza da applicare per l’avvio, lunghezza del percorso,
tipologia di operatore, frequenza dello sforzo, caratteristiche del carrello
(ad e. presenza di maniglie, altezza dal suolo delle stesse) calcola l’esposizione
al rischio del lavoratore.
A disposizione del Datore di Lavoro per la riduzione del
rischio sono possibili le seguenti azioni:
- ridurre i carichi da trasportare sul carrello (maggiore è il carico e maggiore è la forza che devo applicare per mettere in moto il carrello),
- manutenere i carrelli, in particolare la pulizia e la lubrificazione delle ruote.
Quest’ultima azione è la più efficace, perché per la
tipologia di lavoro svolto nelle RSA si può essere quasi certi che carrelli che
scorrono senza problemi riducono i rischi per movimenti di spinta e traino al
di sotto del livello di guardia.
La movimentazione di carichi pesanti per lo stoccaggio o il
prelievo
Non esistono metodi validati per questo tipo di
movimentazione che non presenta caratteristiche di ripetitività e spesso è
svolta in modo saltuario dal personale delle RSA.
La norma ISO 11228 e la UNI EN 1005 forniscono alcune indicazioni che vanno
considerate per escludere questo specifico rischio. I valori di riferimento da
adottare sono i seguenti:
- uomini (18-45 anni) 25 kg
- donne (18-45 anni) 20 kg
- uomini (<18 o >45) 20 kg
- donne (<18 o >45) 15 kg
Il superamento anche per sollevamenti occasionali dei valori
di riferimento sopra citati comporta dei valori dell’indice di sollevamento
superiori all’unità e quindi condizioni di rischio non accettabili. In caso di
superamento dei limiti diventa essenziale utilizzare dei carrelli per la
movimentazione dei colli.
Il Datore di Lavoro deve quindi verificare che non vengano
superati i limiti, fornendo specifiche istruzioni al personale.
Un’attività preventiva è verificare che i colli ricevuti dai
fornitori non eccedano i valori sopra riportati. In effetti, già oggi, molti
fornitori hanno adeguato le confezioni dei loro prodotti tenendo conto di questi
valori di riferimento proprio per ridurre questo tipo di rischio.
Le attività di manipolazione degli ospiti stessi da parte
dei fisioterapisti
Il fisioterapista o il masso fisioterapista per la loro
attività specifica svolgono delle manovre che inevitabilmente hanno comportano
un sovraccarico biomeccanico.
Questo rischio non trova in letteratura nessuna strumento di
valutazione validato e pertanto è opportuno valutarlo come presente e prevedere
delle azioni per la sua riduzione. Queste azioni sono:
- la professionalità dell’operatore e quindi il continuo aggiornamento
- la redazione di istruzioni interne che descrivano il comportamento da adottare nei casi di maggior rischio (ad esempio la movimentazione di due operatori per ospiti particolarmente pesanti)
- il rispetto di intervalli e il piano di lavoro che distribuisca in modo uniforme sui lavoratori gli ospiti a maggior rischio.
La movimentazione di pentole e altri contenitori in cucina
Per gli addetti alla cucina un particolare rischio è legato
alla movimentazione di pentole ed altri contenitori, spesso pieni di acqua o
altri liquidi con pesi che molto facilmente superano i valori di riferimento
indicati dalla norma ISO 11228 e EN UNI 1005. La movimentazione comporta
inoltre altri rischi perché i contenitori hanno spesso temperature elevate in grado
di procurare ustioni ai lavoratori.
Le uniche azioni da adottare sono di tipo strutturale come:
- rubinetti in vicinanza dei fuochi in modo da poter riempire i contenitori senza spostarli, una volta pieni,
- scolapasta di grandi dimensioni per evitare di rovesciare il contenitore per scolare la pasta,
- attrezzature che permettono di vuotare i recipienti senza doverli spostare quando sono colmi.
Si tratta di adottare
attrezzature professionali per la grande ristorazione.
Senza l’adozione di queste misure il rischio non può essere
considerato trascurabile.
Le operazioni di stiratura
Le attività di stiratura, a certe condizioni, possono
comportare gravi rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico.
La valutazione di questo rischio andrebbe fatta utilizzando
il metodo OCRA. Per motivi di costo e di impegno di tempo, e considerando anche
le dimensioni del problema, è possibile fare le seguenti osservazioni.
Uno studio ISPESL valuta l’attività di stiratura svolta in
maniera continua per tutto l’orario di lavoro come pericolosa. Si tratta
pertanto di seguire le seguenti indicazioni (peraltro già presenti di norma
nelle RSA):
- non dedicare il lavoratore al compito di stiratura oltre alle 4 ore consecutive,
- alternare l’attività di stiratura ad altre attività,
- permettere degli intervalli di riposo,
- dotare il lavoratori di tavoli adeguati e informarlo sui comportamenti da adottare come riportato nella seguente immagine (fonte INAIL).
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